Le cose sono di due maniere; alcune in potere nostro, altre no. Sono in potere nostro l’opinione, il movimento dell’animo, l’appetizione, l’aversione, in breve tutte quelle cose che sono nostri propri atti. Non sono in poter nostro il corpo, gli averi, la riputazione, i magistrati, e in breve quelle cose che non sono nostri atti. Le cose poste in nostro potere sono di natura libere, non possono essere impedite nè attraversate. Quelle altre sono deboli, schiave, sottoposte a ricevere impedimento, e per ultimo sono cose altrui.
Ricòrdati adunque che se tu reputerai per libere quelle cose che sono di natura schiave, e per proprie quelle che sono altrui, t’interverrà di trovare quando un ostacolo, quando un altro, essere afflitto, turbato, dolerti degli uomini e degli Dei.
da il Manuale di Epitteto nella traduzione di Giacomo Leopardi
Gli uomini sono agitati e turbati, non dalle cose, ma dalle opinioni ch’ eglino hanno delle cose.
da il Manuale di Epitteto nella traduzione di Giacomo Leopardi
Sovvengati che tu non sei qui altro che attore di un dramma, il quale sarà o breve o lungo, secondo la volontà del poeta. E se a costui piace che tu rappresenti la persona di un mendico, studia di rappresentarla acconciamente. Il simile se ti è assegnata la persona di un zoppo, di un magistrato, di un uomo comune. Atteso che a te si aspetta solamente di rappresentare bene quella qual si sia persona che ti è destinata: lo eleggerla si appartiene a un altro.
da il Manuale di Epitteto nella traduzione di Giacomo Leopardi
Guarda di non insuperbire di alcuna eccellenza o di alcun pregio altrui.
Se un cavallo montando in superbia dicesse; – io son bello – ciò sarebbe per avventura da comportare.
Ma quando tu ti levi in superbia dicendo: – io ho un bel cavallo – avverti che tu insuperbisci di un pregio che è del cavallo.
da il Manuale di Epitteto nella traduzione di Giacomo Leopardi
Tu non déi cercare che le cose procedano a modo tuo, ma voler che elle vadano così come fanno, e bene starà.