Quello che segue è un contributo del Dott..Franco Bernardi
Nel 1731 Gaetano Dal Ferro,vende la proprietà a Giuseppe Canetti. Quindi il passaggio di proprietà tra i Dal ferro e i Canetti non avviene per eredità, ma per vendita .Nel 1832 le sorti della villa e della chiesetta di S. Giustina si dividono. Margherita Vanzo sposa Ludovico Barettoni e portà in eredità la Villa. La sorella Anna Vanzo, sposa Antonio Gaetano Beltrame e porta il eredità la chiesetta di S. Giustina. Successivamente il figlio Orazio Beltrame diventa proprietario di S. Giustina, ma non ha eredi. La proprietà, alla morte di Orazio 1893, passa alla sorella Elena Beltrame moglie di Giorgio Mistrorigo. Ulteriori passaggi nel 1900: a Cesare Mistrorigo figlio di Giorgio, da Cesare alla figlia Valentina Mistrorigo, sposata Antonio Muttoni, e da ultimo al figlio Gian Paolo Muttoni, morto nel 2002. Gli eredi cederanno S. Giustina al Comune di Schio nel 2003. Per quanto riguarda l’autore degli affresci, o meglio delle tempere a secco, all’interno di S. Giustina, si è ipotizzato che sia Antonio Zambon detto anche Tuogno Zambon. Pittore di Schio attivo a Schio e San Vito dove interviene, sicuramente, nella chiesa parrocchiale e nella chiesetta del cimitero tra il 1600 e il 1603, altri interventi nel 1609. Antonio Zambon risulta attivo tra il settimo decennio del Cinquecento e il primo ventennio del Seicento. Una forte somiglianza si nota tra i lacerti di un putto della chisetta di S: Vito e i putti “in affresco” a S. Giustina. Antonio Tuogno Zambon fu anche poeta in lingua rustica padovana, di lui si pubblicò a Padova nel 1625 il volume dal titolo: Rime alla rustega di Tuogno Zambon pensaore[ossia depentore-pittore] da Schio.